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I gatti, la luna, le donne

I gatti di Michael Leu


 I gatti di Théophile-Alexandre Steinlen
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«Subirai eternamente l'influsso del mio bacio. Sarai bella a modo mio. Amerai ciò che io amo e ciò che mi ama: l'acqua, le nuvole, il silenzio e la notte; il mare immenso e verde; l'acqua informe e multiforme; il luogo in cui non sei; l'amante che non conosci; i fiori mostruosi; i profumi che fanno delirare; i gatti che si beano sui pianoforti e che gemono come donne, con voce roca e dolce. E sarai amata dai miei amanti, corteggiata da chi mi fa la corte...»

C. Baudelaire, Lo spleen di Parigi

♦ La Luna di oggi...

CURRENT MOON
lunar phase


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«Il gatto andava qui e là
E la luna girava come trottola,
E il parente più stretto della luna,
Il gatto strisciante, guardò in su.
Il nero Minnaloushe fissava la luna,
Perché, per quanto vagasse e gemesse,
La luce fredda e limpida nel cielo
Turbava il suo sangue animale.
Minnaloushe corre fra l'erba
Alzando le sue zampe delicate.
Vuoi ballare, Minnaloushe, vuoi ballare?
Quando s'incontrano due parenti stretti
Che c'è di meglio che mettersi a ballare?
Forse la luna imparerà,
Stanca delle mode di corte,
Un nuovo passo di danza.
Minnaloushe striscia fra l'erba
Di luogo in luogo illuminato dalla luna,
La sacra luna sul suo capo
E' entrata in una nuova fase.
Lo sa Minnaluoshe che le sue pupille
Passeranno di mutamento in mutamento,
Che vanno dalla tonda alla lunata,
Dalla lunata alla tonda?
Minnaloushe striscia fra l'erba
Solo, importante e saggio,
E leva alla luna mutevole
I suoi occhi mutevoli.»

W. B. Yeats, Il gatto e la luna

Sul comodino

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«Un fiore assai noto e dannoso è la CAMPANELLA. Il nome scozzese della pianta è "Campana dei Morti", perché sentire il tintinnìo di una campanella equivale a udire i rintocchi funebri. La campanella è uno dei più potenti fiori fatati: un bosco pieno di campanelle è quindi un posto estremamente pericoloso in cui trovarsi, un luogo di sortilegi e di incanti.»

B. Froud, A. Lee, Fate

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Il gatto nero di E. A. Poe, illustrato da Luis Scafati.

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Dei gatti e dei fantasmi



«Anche il fantasma evanescente è vero.
Se un giorno riesci a intravederlo suona.
Questo nero sipario copre invece
lo sguardo acuto delle tue pupille,
come cella ovattata che ad un tratto
spezza veloce e insieme dissolvente
il terribile grido di un demente.
Sembra il custode antico di ogni sguardo
che vuol celato in lui:
tutti li stringe a sé
per sonnecchiarvi sopra,
ostile e pigro
del tutto in sé racchiusi, il lungo giorno.
Ma se a un tratto si desta
e volge il muso in pieno
volto, e ti guarda fissamente
ritrovi allora il lampo del tuo sguardo
nelle tonde pupille - misterioso -
chiuso in quell'ambra come morto insetto.»

R.M. Rilke, Il gatto nero
(La grande maladie: l'horreur du domicile...)
«Perché divento irrequieto dopo un mese nello stesso posto, insopportabile dopo due? (Sono, ammetto, un caso difficile.) Alcuni viaggiano per affari. Ma io non ho nessuna ragione economica per muovermi, e tutte le ragioni per star fermo. I miei moventi, dunque, sono materialmente irrazionali. Che cos'è questa irrequietezza nevrotica, l'assillo che tormentava i greci? Girovagare soddisfa in parte, magari, la mia curiosità naturale e il mio impulso a esplorare, ma poi sono tirato indietro da un desiderio di casa. Ho una coazione a vagare e una coazione a tornare - un istinto di rimpatrio, come gli uccelli migratori.»

B. Chatwin, Anatomia dell'irrequietezza

Letture feline

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• I. Calvino, Il giardino dei gatti ostinati
• D. Lessing, Gatti molto speciali
• E. A. Poe, Il gatto nero
• G. Rajberti, Il gatto

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Tutti i testi sono di © Eloisa Massola, salvo dove indicato diversamente. Powered by Blogger.
Il Gatto Nero ~ Versione grafica Estate/Autunno 2011.






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