«Mi chiedo se nessuno di voi abbia mai partecipato a un gioco detto "Smee". Si tratta di una notevole variante del comune nascondino. Il nome deriva dalla sgrammaticata espressione colloquiale "It's me". A qualcuno tra voi potrebbe anche piacere partecipare a un gioco di questo tipo...» (dal racconto Smee, di A. M. Burrage)Durante un torrido pomeriggio d'agosto una cara amica, dopo una lunga chiacchierata riguardante le stramberie di amici, conoscenti e amanti, mi disse che - poiché spesso mi diverto a scribacchiare favolette - avrei dovuto scrivere anche di quanto ci stava accadendo: in una parola, della vita reale, comune, quotidiana - in tutta la sua follia.
Non potrò farlo senza veli, maschere, schermi e paraventi, condendo la realtà di fantasia e utilizzando le verità per rendere più accettabili alle persone perbene i frutti della mia immaginazione.
Che altro aggiungere?
Dovrei dirvi forse che davvero possiedo quattro gatti (tre femmine bellissime e un maschio nero vezzeggiatissimo) e che davvero ho un debole per le piante velenose. Che, quando non devo lavorare, non esco di casa per settimane e trascorro leggendo la maggior parte del mio tempo libero (il binomio gatti-libri è inscindibile). Che cucino adoro cucinare dolci e torte di mia invenzione guardando vecchi film gialli, unico motivo per cui ancora tengo il televisore in soggiorno. Che amo la primavera, l'estate e l'autunno, ma muoio puntualmente ad ogni inverno. Il resto, non credo che abbia molta importanza...
(Da qui, per le due successive pagine di presentazione, si passerà doverosamente dalla prima alla terza persona singolare. Il resto del blog, avrà punti di vista altalenanti, discordanti e si svolgerà lungo l'avvincente percorso dell'eterna indecisione... Buona lettura...)