domenica 10 ottobre 2010

Dell'ossessione amorosa

(Dove si pongono le basi di tutti gli scritti raccolti nel presente quaderno...)

Qualcuno ha scritto che il sesso non sarebbe altro che «l'anestetico che rende sopportabile la carne di un altro essere». Il che ridurrebbe l'amore fisico a una necessità imprescindibile: il desiderio, che né uomini né donne possono soffocare, di unirsi a qualcun altro per trovare pace e appagamento.
Questa smania spiegherebbe altresì l'ossessione del possesso quando, dal meccanico atto sessuale, si passa alla volontà testarda di apporre un marchio sull'anima dell'oggetto amato, sui suoi pensieri, sugli atti da lei o da lui compiuti in assenza dell'amante.
L'amore passionale è la sublimazione dell'egoismo, il tentativo - il più delle volte destinato al fallimento - di colmare un'assenza perpetua con la ripetizione compulsiva del proprio sentimento.
Il verbo "amare" viene declinato attraverso ogni sfumatura concepibile, passa attraverso la gioia sublime dell'unione e la disperazione scaturita dall'incomprensione; finché scrivere non diviene inevitabile. Attraverso la ripetizione delle parole che, come un incantesimo, irretiscono la mente di amato e amante, amore e frenesia si acuiscono e si rafforzano, assurgendo allo stato di unico cosmo - caotico ad occhi estranei, perfettamente coerente per gli innamorati testardi.

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