venerdì 17 febbraio 2012

Giornata Mondiale del Gatto


Tra i popoli di cultura latina, il giorno 17 è considerato nefasto (il 17 in lettere diviene XVII che, anagrammato, forma la parola VIXI, che vuol dire "vissi", cioè "sono morto"); per i popoli anglosassoni e della mitteleuropa significa invece "sono vissuto". Le sette vite del gatto sono perciò simbolo di reincarnazione e vittoria sul malocchio. Il 17 febbraio è quindi la Festa del Gatto.

(Da I giorni dei gatti • Agenda 2012)


Nel corso della sua esistenza, Isa ne aveva sentite parecchie di scempiaggini a proposito dei gatti: i loro detrattori (che in genere non avevano mai convissuto con un gatto un solo giorno della loro vita) affermavano con sicurezza che fossero egoisti, calcolatori, girovaghi impenitenti, insensibili opportunisti, equilibristi infallibili, portatori di ogni tipo di sventura e malattia.
Perciò, le era capitato spesso di discutere e argomentare, nel (vano) tentativo di far comprendere ai suoi interlocutori quale fosse la reale natura di quei piccoli, silenziosi compagni - così discreti e dignitosi, a dispetto della volgarità del mondo.
A volte si era perfino arrabbiata, perdendo la pazienza di fronte a quella debolezza tutta umana di ragionare per luoghi comuni.
C'erano però occasioni (come quella di un venerdì mattina di sole, dopo molti giorni di freddo e di neve) in cui non aveva desiderio di parole e sapeva di poter lasciar correre: che gli altri credessero ciò che volevano. A lei bastava la soddisfazione derivatale dal dialogo sotterraneo col suo Guardiano, dalla tenerezza disarmante di Matilde, dall'indole onesta e battagliera di Emma e dalla gratitudine timorosa di Victor-Vittorio - che stava guadagnando peso e una bella pelliccia lucida...

Sentì di essere loro riconoscente, per quella modesta serenità d'ogni giorno. Li accarezzò con tocco leggero, per non destarli dal torpore del mattino - e poi tornò alle sue faccende...

A tutti i gatti e le gattare di questo mondo, perché rendono il mondo un luogo più poetico in cui vivere.
Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani: un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi. (1)
 (1) D. Lessing, Gatti molto speciali, Feltrinelli, Milano 2008, p. 161.

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