giovedì 14 ottobre 2010

"Lei non vuole che scriva..."

Oggi ho rivisto, in unica giornata, alcuni dei miei migliori amici. Tutti i miei migliori amici, potrei dire, ad eccezione della Zia e di M.: ma il sentimento che mi lega a loro due, si sa, possiede la sfumatura grigia e malinconica determinata dalla lontananza.
Pranzo con Cathy, a discutere di borse, libri, frasi celebri e patemi. (Il Cappellaio è silenzioso; e il lato positivo del mio periodo di disoccupazione è che posso andare a pranzo fuori senza essere costretta a tenere d'occhio l'orologio.)
Nel pomeriggio, una capatina a sistemarmi i capelli, da Marina. Anche se mi sono trasferita dalla città al paese, lei rimane sempre la mia parrucchiera di fiducia. Perché li capisce, i miei capelli neri, lisci e così vaporosi.
(Era una frase di Laura. Laura che è sempre stata tanto bella e afflitta. Disse un giorno, seduta sul divano di mia madre: «Ho trovato finalmente una parrucchiera che mi capisce i capelli!». Pronunciò quelle parole con gioia reale. Perché i capelli devono essere compresi e amati: sono legacci forti, potenti, come ci insegna Medusa...)
E poi rivedere Luna, senza preavviso, dopo settimane. Parlare come non si faceva da tempo. Discutere di tutte quelle cose che, a lungo andare, fanno dolere la gola. Pensare a cosa ci riscalderà il prossimo inverno... Se mai qualcosa potrà riscaldarci. Ho paura dell'inverno e...

Emma (la gatta, la gatta! Della Bovary, oggi, mi sono dimenticata...) passeggia sulla tastiera con fastidiosa insistenza. L'ho già allontanata più e più volte. L'ho spinta via, con malagrazia. «Emma, piantala. La smetti? Lasciami scrivere!»
Niente da fare. Si è sistemata, seduta, fra me e la tastiera del computer, ronfando sonoramente e fissandomi con quei suoi occhi verdi elegantemente truccati (almeno così pare!) appena dischiusi.
E' evidente che non vuole che vada oltre - coi pensieri e con le parole. Non è necessario evocare anzi tempo la tristezza dell'inverno, il dolore insito in ogni lontananza, il timore (autunnale, appena sussurrato, come accade con l'ansito dei morti) di perdere le persone amate...
"Non ha senso", mi dice Emma.
E allora basta. Vado nel letto, a leggere Dracula di Bram Stoker. Vivide letture per sogni avventurosi. Niente altro.

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