Cosa ci può essere di più sprezzante del gesto di prendere un gatto e gettarlo fuori dal finestrino di un'automobile, mettendo a repentaglio la sua vita e abbandonandolo così al suo destino?
Era già accaduto alla piccola Emma. Accadde di nuovo con la madre di Matilde, una bella gattona di quattro anni, trovata dalla signora L. incinta e disperata sul ciglio dell'autostrada.
La signora L. si precipitò subito da Stefania col tremante fagotto fra le braccia. «Lo vede?» esclamò concitata. «Geme di spavento - e ansima! Avrà fame, avrà sete!»
Stefania scostò un lembo dello straccio di cotone che ricopriva la povera creatura e scosse il capo: «Non ha né fame né sete: è in travaglio».
Il risultato furono cinque splendidi gattini, due maschi e tre femmine. Una di queste, assicurava Stefania, era particolarmente docile e affettuosa e Isa (che sapeva bene che, dopo Mickey, non avrebbe potuto adottare altro, se non un animale di buon carattere) si lasciò convincere a portarla a casa.
Stefania l'aveva chiamata "Lupina"; Isa la battezzò Matilde, perché così le garbava. «Ha la faccia da Matilde» disse a Cathy che, in un caldo pomeriggio d'agosto, l'accompagnò a prendere la piccina.
Durante il tragitto in macchina da D. a Z., Cathy e Isa analizzarono a fondo quali fossero le cause che potevano spingere un essere umano a liberarsi di un gatto gettandolo dal finestrino di un'auto in corsa. Da lì alla più generale difficoltà ad essere amati il passo fu breve.
Cathy sosteneva che tanto lei quanto Isa dovevano senza dubbio possedere qualche difetto particolare, che spingeva le persone (per non dire gli uomini) ad allontanarsi da loro, a farsi distratte e sempre più evanescenti all'interno delle loro vite.
Isa annuiva con convinzione, mentre passava in silenziosa rassegna alcuni fulgidi esempi: Katia e Luna (1); D. ed Emiliano; A. e il "Cappellaio Matto"...
Così, in mezz'ora d'automobile, le due giovani donne fissarono i cinque punti fondamentali della loro sfortuna - ammesso che tale si potesse considerare.
Primo punto - Una naturale tendenza alla pazienza e alla comprensione è controproducente. Nonostante quanto affermato a parole, nella realtà dei fatti e in questa arrogante società, né le amicizie femminili né (ancor di più!) quelle maschili apprezzano chi sa ascoltare e anela ad aiutare il prossimo con buone parole e saggi consigli. Si preferiscono, di gran lunga, l'egocentrismo e l'affanno a prevalere.
Secondo punto (direttamente collegato al primo) - Gli uomini (proprio a loro è dedicato particolarmente questo secondo spunto d'osservazione) tendono a suddividere le donne in due categorie: le donne che si comportano in base a quanto descritto nel primo punto, alle quali viene riservata una sorta di tiepida amicizia, che può svanire in qualunque momento l'uomo lo ritenga opportuno per il giusto conseguimento dei propri interessi; e le donne "altre" che, al contrario, costringono il malcapitato di turno ad annullare la sua personalità e ogni desiderio, all'unico scopo di essere compiaciute. Queste donne sono oltremodo venerate e giustificate in ogni difetto - per quanto palese esso sia.
Terzo punto - L'empatia non è, contrariamente a quanto creduto fino ad allora da Isa e Cathy, una dote preziosa: mettersi nei panni degli altri per meglio comprendere il loro punto di vista ed evitare in tal modo gesti e parole spiacevoli è il più grande dei peccati. Se si voleva ottenere amore e rispetto, si doveva necessariamente mantenere lo sguardo fisso sul proprio tronfio ego.
«Noi, in questo modo, abbiamo sbagliato tutto!» diceva Cathy. Non ci credeva fino in fondo neppure lei, ma l'esigenza di risanare la propria sensibilità ferita sembrava indurire, in quel momento, i suoi pensieri e le sue parole.
Isa sapeva che Cathy non aveva tutti i torti; e tuttavia entrambe non riuscivano a rassegnarsi a diventare quel genere di donna.
Una volta tornata a casa, Isa cancellò i cattivi ricordi legati ai discutibili personaggi sopra elencati e, lasciata Matilde alle cure di C., corse a prendere dalla libreria la sua copia di Emma, di Jane Austen.
La sfogliò rapidamente per qualche minuto, finché non trovò quanto cercava: la chiave di tutto era racchiusa in un'unica parola: elegance...
♦ Parte seconda ♦
(Nella foto in alto: Gwyneth Paltrow e Toni Collette in una scena di Emma di Douglas McGrath, 1996.)
(1) Inserita nell'elenco dei personaggi di questo diario virtuale
in quanto amica di Isa di lunghissima data, Luna, di fatto, non è mai
apparsa su queste pagine: ciò proprio a causa del suo inspiegabile
allontanamento, che Isa non ha mai compreso e che è stato per lei fonte
di grande delusione.