giovedì 7 giugno 2012

I gatti dell'ex manicomio - Parte seconda

Parte prima

L'ex ospedale psichiatrico era una vasta struttura dipinta di verde. Era immersa in un grande parco ora in decadenza e comprendeva una quindicina di nuclei. Due di essi erano occupati da uffici pubblici, mentre gli altri erano abbandonati. Il freddo, le intemperie e il trascorrere del tempo avevano fatto sì che i vetri delle finestre si rompessero e l'intonaco dei davanzali, dei cornicioni e delle facciate cadesse a pezzi.
Intorno al padiglione più vicino all'ingresso laterale di sinistra (quello che si era conservato in miglior stato), si erano radunati i gatti della colonia. Una sessantina in tutto, di ogni colore, taglia e grado di socievolezza.
Isa si era documentata sulla storia dell'ospedale, per conciliarla con quella del bisnonno Carlo.
In città si diceva che fosse infestato dai fantasmi: ragazzini dalla fantasia sovreccitata raccontavano di averli visti passeggiare nel parco, lungo ciò che restava dei viali, e di averli sentiti piangere e lamentarsi. Isa era convinta che avessero udito piuttosto le voci dei gatti, impegnati in qualche gustoso diverbio.

L'ex ospedale psichiatrico di V.

Tuttavia, su Internet e su alcuni vecchi giornali, aveva letto dell'esecuzione di una sessantina di soldati della Repubblica Sociale Italiana ad opera di un gruppo di partigiani, avvenuta nel maggio del '45.
Le fonti non fornivano dati certi sull'episodio, gli stessi resoconti degli storici locali erano discordanti. Ciò che per certo si sapeva era che i militari erano stati prelevati presso lo stadio di Novara (dove era stato allestito un campo di prigionia improvvisato) dalla Brigata "Pietro Camana" e suddivisi in due gruppi: undici di loro erano stati condotti nel paese di L. e qui fucilati; altri erano stati uccisi proprio nell'ospedale psichiatrico e altri ancora erano stati condotti a G. I corpi non furono mai ritrovati.
Isa non era certa che si potesse parlare di fantasmi e un mattino, mentre stava seduta al sole, davanti all'ingresso, ad aspettare Federica, ne chiese notizia ai gatti. «Che dite, voi l'avete mai visto uno spettro? Qualche soldato che avesse la consistenza di un lembo di nebbia... Oppure magari avete visto nonno Carlo! Lui dovrebbe essere un fantasma molto tranquillo...»
Ma i gatti vollero tenerla sulle spine e non risposero. La bellissima Pupetta si limitò a strizzare gli occhi verdi e Vicky le strofinò affettuosamente la testolina sul ginocchio - come a dire che non doveva preoccuparsi di certe questioni...

Continua...

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